Discolorazione pavimenti in calcestruzzo 2021-05-20T11:10:58+00:00

Discolorazione pavimenti in calcestruzzo

Diverse sono le teorie sulle macchie che si vedono in superficie. Qui di seguito trattiamo quelle anomalie cromatiche esasperate e non quelle macchie scure di entità limitata a seguito di una insistente frattazzatura della superficie.

Le cause

La difformità cromatica della superficie ed in particolare l’apparizione di macchie estese e scure può essere la conseguenza di alcune situazioni dipendenti o dal vespaio di sottofondo o dalla massa di calcestruzzo

Cosa indagare nel supporto

I problemi connessi con la realizzazione di vespai in elementi lapidei non monogranulari misti a terre fini di natura limo-argillosa sono riconducibili alla presenza di chiazze di umidità e di acqua risalente dal sottofondo sulla superficie del pavimento. Nella fase di risalita l’acqua di falda trasporta con sé le sostanze solubili e le particelle leggere che dovessero essere presenti nel terreno creando sulla superficie efflorescenze e macchie antiestetiche.
Bisogna dunque indagare:

  1. sulla presenza o meno di una barriera al vapore che separi il pavimento dalla massicciata
  2. che il pavimento non sia stato costruito direttamente sul terreno (in assenza di un vespaio) per cui l’acqua di risalta riporti in superficie rifiuti inglobati nel terreno.
  3. che il sottofondo non sia stato costruito mescolando il terreno con rifiuti organici (ad esempio idrocarburi) riportati in superficie dall’acqua di risalita

Cosa indagare nel calcestruzzo

Che il calcestruzzo sia un materiale eterogeneo è cosa nota, ma soprattutto la composizione dello strato corticale di circa 5 mm è tipicamente variabile da zona a zona del pavimento per una naturale diseguale/eterogenea distribuzione dei componenti che dipende:

  • da un diverso affioramento di fine e finissimo durante la posa e staggiatura;
  • da un diverso affioramento di cemento
  • da un diverso affioramento d’acqua (fenomeno di bleeding).

Il tutto poi è reso ancor più eterogeneo per la composizione dello strato d’usura che viene applicato sulla superficie fresca del calcestruzzo con il metodo manuale a semina o spolvero. Ne consegue che si hanno inevitabili aree ricche di cemento confinanti con altre ricche di quarzo. (questo è il pavimento a spolvero di quarzo). In sintesi lo strato corticale dispone di una diversa composizione di cemento e di conseguenza un diverso rapporto a/c. La variazione cromatica a chiazze in questo caso dipende dalle particelle di cemento non idratate. Infatti è stato provato che aumentando il rapporto a/c il colore del pavimento diviene più chiaro. Così come un incremento del contenuto in cemento porterà ad un colore più scuro a causa dell’aumento della quantità di cemento non idratato con l’identico quantitativo d’acqua. Dunque la diseguale distribuzione per affioramento dei componenti della parte corticale del pavimento, e la impossibile distribuzione uniforme dello spolvero sulla superficie, possono rendere l’aspetto cromatico di due grigi diversi proprio per il fatto che il cemento nelle aree più scure non è idratato con lo stesso quantitativo d’acqua delle aree più chiare.